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La mia pensione mi basterà?
17 Settembre 2025

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La mia pensione mi basterà?

Molti si pongono oggi una domanda che può suonare inquietante: “La mia pensione mi basterà?”. Con i cambiamenti del sistema pensionistico, le aspettative di vita che crescono e un mondo del lavoro sempre più fluido, è importante capire cosa aspettarsi e cosa fare per assicurarsi un futuro pensionistico più sereno.

Il “tasso di sostituzione”: cos’è e cosa sta succedendo

Il tasso di sostituzione è il rapporto fra la prima rata pensionistica che riceverai (quando smetterai di lavorare) e l’ultima retribuzione da lavoro che percepivi. È un indicatore che dice quanto del tuo reddito da lavoratore sarà “coperto” dalla pensione. Negli ultimi anni questo tasso è diminuito. Ad esempio, si prevede che il tasso per la previdenza obbligatoria (primo pilastro) passerà da circa il 72,2% nel 2010 a circa 67,7% entro il 2050 per molti lavoratori.
Altro effetto: se hai carriere discontinue (periodi senza lavoro, part-time, cambi frequenti), questi fattori riducono quanti contributi accumuli e, dunque, quanto riceverai come pensione pubblica.

Perché la pensione pubblica potrebbe non bastare

Ecco alcuni motivi concreti per cui, da sola, la pensione obbligatoria potrebbe non essere sufficiente per mantenere lo stile di vita a cui sei abituato:

a. metodo contributivo meno generoso: il calcolo della pensione si basa oggi sui contributi effettivamente versati durante tutta la vita lavorativa, non più come in passato sulle migliori retribuzioni o sugli ultimi anni (metodo retributivo)
b. l’aumento dell’età pensionabile è strettamente legato al progressivo allungamento della vita media. Da un lato, infatti, occorre garantire il pagamento delle pensioni per un numero maggiore di anni, il che porta inevitabilmente a un prolungamento della vita lavorativa. Dall’altro, lo stesso trattamento pensionistico deve essere distribuito su un periodo più lungo, riducendo così la capacità del sistema pubblico di mantenere inalterato il rapporto tra pensione e ultimo reddito da lavoro, un equilibrio che in passato risultava più favorevole
c. effetti della carriera lavorativa non continuativa: interruzioni, cambiamenti, part-time, periodi d’inattività, tutte queste situazioni incidono negativamente sui contributi e, quindi, sul montante contributivo che determinerà la pensione

Cosa puoi fare per aumentare le probabilità che la pensione basti

Fortunatamente ci sono strumenti concreti che puoi attivare fin da ora per comprendere come ridurre il rischio che la pensione sia insufficiente.

  1. Previdenza complementare
    È volontaria, nasce per integrare la pensione pubblica e offrire un reddito più adeguato una volta smesso di lavorare. Aderire presto è utile: prima ti iscrivi e maggiori vantaggi fiscali potresti ottenere al momento della pensione .
  2. Simulazione della pensione futura
    Utilizza gli strumenti online per stimare gli importi della pensione pubblica, e verifica il gap rispetto a come vorresti vivere. Ad esempio, il simulatore INPS “Pensami” o gli strumenti messi a disposizione dai singoli fondi pensione consentono di calcolare una prima stima di importo di pensione con il relativo tasso di sostituzione (rapporto pensione/ultimo stipendio correlato). Solidarietà Veneto, fondo pensione accreditato nell’elenco regionale delle forme di welfare collettive operanti nel territorio della Regione del Veneto (Legge regionale 15/2017) mette a disposizione qui il proprio simulatore.
  3. Mettere da parte, fin da ora
    Anche piccole somme regolari nel tempo destinate al tuo fondo pensione aiutano, grazie all’effetto “capitalizzazione” degli investimenti. Prima cominci, inoltre, maggiore sarà la tua capacità di risparmio nel tempo.
  4. Sfruttare i vantaggi fiscali
    Contribuire a un fondo pensione consente di ottenere una serie di benefici fiscali . Questo significa che parte di quanto versi viene “ compensata” da un minore carico fiscale.

Facciamo un esempio.
Immagina una persona di 30 anni che lavora a tempo pieno, con già cinque anni di contributi versati. Oggi decide di aderire a una forma di previdenza complementare.

  • Se mantiene continuità lavorativa, versa regolarmente al fondo pensione il TFR, il contributo aziendale e il contributo volontario minimo, sfruttando anche le agevolazioni fiscali, alla pensione potrebbe raggiungere:
    • un tasso di sostituzione della sola previdenza pubblica appena sotto il 60%;
    • un tasso di sostituzione complessivo (pubblica + fondo pensione) intorno al 76%, molto più vicino al livello necessario per sostenere adeguatamente il proprio stile di vita.
  • Se invece l’adesione alla previdenza complementare arriva più tardi, se il lavoro è discontinuo o i contributi risultano limitati, il rischio è che la pensione pubblica copra una parte del reddito sempre meno sufficiente a garantire il tenore di vita desiderato.

In sintesi: la risposta alla domanda iniziale è “dipende”. Sì, la tua pensione potrebbe bastare, ma dipende molto:

– da quando hai iniziato o inizierai a lavorare
– se hai carriere stabili o con interruzioni e, di conseguenza, quanti contributi continuerai a versare
– se ti iscrivi alla previdenza complementare e quanto sfrutti i vantaggi fiscali
– dalle tue aspettative di vita e dallo stile di vita che vorrai mantenere al pensionamento.