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Come funzionano le pensioni in Italia?
19 Settembre 2025

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Come funzionano le pensioni in Italia?

Quando si parla di pensioni, spesso si usa un linguaggio tecnico che sembra lontano dalla vita quotidiana. Ma capire come funziona il sistema pensionistico italiano è fondamentale per saper pianificare il proprio futuro con più serenità. Ecco cosa sapere, in modo chiaro ma accurato.

Cosa significa pensione obbligatoria

In Italia, la pensione pubblica è un trattamento economico erogato dallo Stato a lavoratori e lavoratrici che hanno versato contributi previdenziali obbligatori nel corso della loro carriera lavorativa e corrisposto al raggiungimento di determinati requisiti di età e contributivi.

I metodi di calcolo: retributivo, contributivo e misto

Un aspetto centrale da tenere in considerazione è come viene calcolato l’importo della pensione. In Italia sono presenti tre metodi di calcolo.

Sistema Retributivo
Si basa sulla media delle retribuzioni (o redditi) percepite negli ultimi anni di lavoro . E’ applicato a tutti i contributi versati fino al 1995.

Sistema Contributivo
Il calcolo si basa su una serie di fattori, tra cui i contributi effettivamente versati durante tutta la vita lavorativa , rivalutati nel tempo (montante contributivo). All’età del pensionamento si applica un coefficiente di trasformazione per convertire il montante in importo di pensione. Vale per tutti i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996.

Sistema Misto
È la combinazione dei due: una parte della pensione è calcolata con il metodo retributivo (per i contributi “ante 1996”) ), l’altra parte con il contributivo (per i periodi “post 1996”).

Principali requisiti: età e contributi

Nel sistema previdenziale italiano le strade per andare in pensione si dividono tra misure strutturali, validi in modo permanente, e finestre temporanee, soggette a revisione periodica, (come ad esempio Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale, ecc.).
Soffermandoci sulle uscite strutturali, oggi si distinguono:

  • pensione di vecchiaia, che oggi richiede 67 anni e almeno 20 anni di contributi. Inoltre, per chi rientra integralmente nel sistema contributivo, è richiesto un ulteriore requisito: l’importo della pensione deve essere almeno pari all’assegno sociale previsto nell’anno.
  • pensione anticipata, accessibile indipendentemente dall’età anagrafica con
    • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
    • 41 anni e 10 mesi per le donne
  • pensione anticipata contributiva, riservata ai “contributivi puri” (coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996) che permette l’uscita pensionistica:
    • a 64 anni d’età
    • con almeno 20 anni di contributi
    • avendo un assegno pari ad almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale.

Punti critici e sfide

Invecchiamento della popolazione e maggiore longevità: l’Italia è tra i Paesi con la vita media più alta in Europa. Questo è un successo sociale e sanitario, ma comporta che le pensioni debbano essere pagate per un arco di tempo sempre più lungo. Il risultato è un aumento della spesa previdenziale che grava in modo crescente sui bilanci pubblici e la prospettiva di carriere lavorative più lunghe col fine di accumulare maggiori contributi da destinare alla pensione.

Rapporto squilibrato tra attivi e pensionati: il sistema pensionistico italiano si regge sul metodo a ripartizione, dove i contributi versati dai lavoratori attivi oggi finanziano le pensioni correnti. Se il numero degli occupati cala o cresce meno rispetto ai pensionati, la sostenibilità finanziaria dell’intero sistema entra in tensione.

Carriere discontinue e redditi bassi: rispetto al passato, i percorsi lavorativi sono talvolta caratterizzati da contratti a termine, part-time involontari o periodi di disoccupazione. Tutti questi fattori riducono il totale dei contributi accumulati nel corso della vita lavorativa che, con l’attuale metodo di calcolo contributivo, potrebbe generare pensioni future potenzialmente più basse.

Cosa puoi fare per orientarti meglio

Usa i simulatori pensionistici: strumenti online come quelli dell’INPS permettono di stimare l’importo della futura pensione pubblica in base agli anni di contribuzione e al reddito dichiarato. Conoscere in anticipo una proiezione realistica è il primo passo per capire se la sola pensione obbligatoria sarà sufficiente.

Valuta l’iscrizione alla previdenza complementare: i fondi pensione sono pensati per integrare la pensione pubblica. Grazie alla capitalizzazione dei versamenti, consentono di accumulare un capitale nel tempo e ridurre il rischio di trovarsi con una pensione inadeguata.

Rimani aggiornato: la normativa pensionistica italiana è soggetta a frequenti modifiche. Essere informati sulle novità legislative aiuta a valutare meglio le proprie scelte e ad adattare la pianificazione previdenziale ai cambiamenti futuri.